Tripod o la realtà nell’acqua

Ludivine Zambon

“Tripodi o la realtà uscita dall’acqua” è una scena acquatica nella quale Aurélie Menaldo ci invita ad entrare.

In questo teatro, ci sembra di riconoscere degli oggetti, ci sembra di averli già incrociati, ieri, a casa, nel nostro quotidiano, nell’appartamento del nostro vicino. Crediamo di poterli nominare col nostro vocabolario ma, immediatamente, li perdiamo e ci scappano.
 
L’assemblage, la messa sotto vetrina, il disegno,spostano e “alienano” le forme, le spingono nell’irrealtà di un gioco formale associato all’ingenuità d’uno sguardo. L’artista prende in carica l’onestà delle forme visuali, porta la sua attenzione su qualche bizzarria e sposta le prospettive consuete e quotidiane.
 
Il suo mondo è disincantato. Nel suo studio, gli oggetti che accumula aspettano la lora storia, perdono la lora funzionalità iniziale, retrocedono di fronte alla loro utilità e alla loro temporalità  primarie.
 
Gli oggetti raccolti nella mostra tracciano un cammino visivo colorato, disegnano qualche “synecdoques” (ogni piccola parte d’una scultura ci riconduce a un contesto piu ampio della vita anteriore dell’ oggetto) abbozzano un camino olfattivo : le sue sculture sono imputridite, si degradano, e, qualche volta, puzzano anche. L’artista sembra averli previamente dimenticati, nell’acqua, in un angolo d’una abitazione prima di farli rinascere per l’occasione di un evento.
 
Qui, prenderanno un bel posto.
 
Il lavoro di Aurélie ci parla di una storia delle cose, compone delle narrazioni per gli oggetti ed i corpi che la circondano.Li vede invecchiare, imbruttire,degradare.. Li vede insieme o da soli,compone per loro dei mondi, delle memorie vive. Nel suo lavoro, come nella vita, i soggetti vivono e muoiono.
Attraversano, i tempi e le leggende che si prova ad attribuirgli : noi visitatori, i suoi ma anche quegli degli altri come quelli degli scienziati, dei commissari o dei sommozzatori.
 
Perché sono anche loro, i sommozzatori, a cui si deve, in parte, la presenza di questa mostra, ridando vita a questi tre “moduli”, precedentemente sommersi nel fondo di un fiume dopo un incidente nel 2016 e lasciati, così, sommersi, durante un anno.
 
In questo spazio del’Antibrouillard, Aurélie Menaldo, sciorina degli indizi dei tempi delle sue sculture, apre un museo-fittizio-sotto-marino in onore della storia dei suoi oggetti, ai quali scolpisce un passato ed una narrazione più che una forma.
 
Per “Tripodi o la realtà uscita dall’acqua”, l’artista trasforma questo aneddoto, questo fatterello per opere d’arte, in mostra, gli costruisce delle concordanze e dei legami. Lascia il pesce del fiume Arve risalire con i “suoi moduli” imputridire su uno scaffale, esporre degli schemi di ricerca esplorativa anteriori al tentativo d’uscita dall’acqua, ci trasmette i segni di una indagine metodica, che appaiono svelati sotto la vetrina : ci conduce con arguzia e sottigliezze, ci immerge nel decoro del mito del suo lavoro
 
Mostra presso lo spazio artistico L’Antibrouillard, Gaillard, 2018